Quando il Capitolo Generale dei Cistercensi nel 1230 elevò la festa della Santissima Trinità al rango di celebrazione liturgica, venne specificato che non doveva esserci alcuna predica, “a motivo della difficoltà del tema“. Di fatto facile non è, ma se andiamo per intuito tutto diventa estremante semplice e meraviglioso. Sono occorsi, alla Chiesa antica, più secoli per giungere a definire il dogma trinitario (Concilio di Nicea, 325) come noi lo conosciamo; l’espressione «un’unica natura divina in tre persone uguali e distinte» è chiaramente un tributo alla cultura filosofico-teologica del tempo, di matrice greca, e difficilmente trova riscontro – come linguaggio – nella Sacra Scrittura.
Se però è difficile spiegare la Trinità, è molto bello invece “intuire” la Trinità. Sant’Agostino scriveva una cosa verissima: “Se vedi l’amore, vedi la Trinità”! Gesù stesso per dire la Trinità, usa nomi di famiglia, di casa, nomi che abbracciano e stringono legami: Padre, Figlio, Spirito buono,. La festa della Trinità è l’annuncio che Dio non è in sé stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio.
Un anonimo ha trasmesso il seguente dialogo, scarno ma essenziale, tra un musulmano e un cristiano.
– Diceva un musulmano: “Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?”.
– Rispose un cristiano: “Dio, per noi, è amore; come potrebbe essere solo?”.
Si tratta di una forma stilizzata di ‘dialogo interreligioso’, che manifesta una verità fondamentale del Dio cristiano, capace di arricchire anche il monoteismo ebraico, musulmano e delle altre religioni.
Ritornando ai monaci cistercensi, ecco una loro poetica riflessione sulla Trinità, ovvero sul Volto di Dio, dove il metodo descrittivo è totalmente sostituito dal metodo intuitivo, allegorico e poetico, ma non è meno efficace:
“Dovete dire loro ciò che il vento dice alle rocce, / ciò che il mare dice alle montagne. / Dite loro che una bontà immensa penetra l’universo, / dite loro che Dio non è quello che credono, / che è un vino di festa, un banchetto di condivisione / in cui ciascuno dà e riceve. / Dite loro che Dio è Colui che suona il flauto / nella luce piena del giorno, / si avvicina e scompare, e ci chiama alle sorgenti. / Dite loro l’innocenza del suo volto, / i suoi lineamenti, il suo sorriso. / Dite loro che Egli è il vostro spazio e la vostra notte, / la vostra ferita e la vostra gioia. / Ma dite loro, anche, che Egli non è ciò che voi dite di Lui, perché la sua tenda è sempre oltre”.
Buona Festa della Santissima Trinità!