(dal Vangelo di Luca 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
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Nel mondo biblico Ninive (di seguito un disegno dell’antica città) è simbolo di ricchezza e di potenza, era infatti la più antica e popolosa città assira situata sulla riva del fiume Tigri e oggi localizzata nei pressi della città di Mosul in Iraq. È stata la capitale dell’impero assiro. Rimane impressa nella memoria del popolo di Israele come il grande mostro che ha spazzato via intere famiglie con una notevole violenza e brutalità. Quindi Ninive rappresenta per Israele un incubo, la distruzione e la morte, il simbolo di tutti gli oppressori, di tutti i nemici, di tutti i mostri e dunque qualche cosa di assolutamente odioso. Ma il grido delle vittime, il grido degli oppressi sale fino a Dio e Dio lo ascolta, Dio interviene mandando un mediatore, un profeta, Giona, che si sente dire: “Alzati, va a Ninive e grida contro di lei”.
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Giona converte la città di Ninive senza compiere miracoli, ma semplicemente usando una parola chiara e severa che potremmo sintetizzare in questo modo: “O cambiate, o farete una brutta fine”. Sembra quasi banale un messaggio simile eppure viene accolto nel cuore dei Niniviti fino al punto che essi cambiano vita.
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Gesù vuole dire che ci convertiamo quando apriamo il cuore alla Parola di Dio e non quando andiamo ansiosamente alla ricerca di cose sensazionali attorno a noi.
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Buona vita! Don Stefano