Agli occhi dell’Islam

Incontro – dibattito con Shahrzad Houshmand Zadeh, teologa musulmana

Nel Corano viene ricordato che è la capacità di conoscere ciò che rende unico l’essere umano e, sabato 2 luglio, l’incontro con Shahrzad Houshmand Zadeh, la teologa musulmana, nata a Teheran, docente di Studi islamici presso la Pontificia Università Gregoriana, invitata nella parrocchia di Santo Stefano Protomartire, in Gaeta, da un gruppo di giovani insieme al parroco don Stefano Castaldi, ha reso ancora più vivo il desiderio dei presenti di comprendere la via religiosa islamica.

Nel nome dell’unico Dio, che accomuna ebrei, cristiani e musulmani, si è aperta la serata e il filo conduttore è stato proprio la formula trina, ricordata da Shahrzad, che pervade tutte le sure, cioè i capitoli, del Corano: Allah, cioè Al – ilah, il Dio, pienezza di amore e di misericordia. Avendo nella mente le immagini di tanta violenza e ferocia di fondamentalisti che inneggiando ad Allah seminano odio, leggere insieme il testo sacro musulmano e percepire il tentativo di istruire il buon musulmano a ben esercitare la propria libertà e responsabilità, attraverso il digiuno del Ramadan o la preghiera quotidiana ripetuta, seguendo le cinque fasi del sole, ha emozionato i tanti intervenuti ad ascoltare Shahrzad.

Nel Giorno del Giudizio finale ogni musulmano vedrà, davanti a sé, scorrere il proprio libro della vita, che egli avrà scritto attraverso l’esercizio libero della sua volontà durante lo scorrere dei giorni e, se almeno una volta in vita avrà adempiuto al quinto precetto che richiede il pellegrinaggio alla Città santa della Mecca, avrà imparato, lì giunto, indossando solo una tunica bianca, come tutti, girando intorno alla “Casa di Dio”, dicendo: “Signore nostro, eccoci!”, che in quel cubo nero altro non c’è che il vuoto. Sì, il vuoto che rende presente solo i volti di coloro che girano e che sono fratelli. Quel vuoto che ricorda a ciascuno, come amava dire Gandhi, che un cuore che non è in pace con se stesso non è in pace col mondo intero.

Sono molti i pensatori musulmani che hanno iniziato una lettura riformata del Corano e della religiosità islamica, consapevoli che molti aspetti sono da rivedere, interpretare e contestualizzare. Shahrzad ha ricordato che il mondo musulmano, circa un miliardo e mezzo di fedeli, assiste in massima parte sconvolto alla ferocia dei miliziani jihadisti e che i primi ad essere vittime di questa violenza incredibilmente forte sono stati gli stessi musulmani di diverse scuole teologiche e tale ferocia deve essere considerata una violenza contro l’umanità. L’abuso assoluto di termini religiosi è soltanto uno strumento per giustificare questi atti di violenza, che viene assolutamente condannata dai capi religiosi, soprattutto dai docenti, dagli intellettuali e dagli stessi musulmani che la vivono.

Nel Corano, la creazione dell’essere umano è narrata in una scena allegorica in cui questa nuova creatura, Adamo, viene presentata agli angeli, che ricevono dal Signore l’ordine di inchinarsi davanti a lui. Quando loro chiedono il perché, la risposta è che l’uomo “è in grado di capire e conoscere”. Il Testo sacro, dunque, afferma che il criterio principale che determina la supremazia dell’essere umano è la conoscenza, pertanto c’è spazio anche per uno sguardo critico!

Con questo sguardo, attraverso gli occhi di Shahrzad, abbiamo fatto un piccolo tratto di strada insieme, emozionandoci dinanzi all’unicità di Dio Amore, che ha creato l’unica famiglia umana, a cui il coro della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali (CDAL) ha rivolto canti di grande intensità e potenza.  Il dialogo, nonostante i tanti ostacoli, resta un’affascinante sentiero da percorrere! Grazie Shahrzad!

Enrichetta Cesarale