Numero 1 – 20 settembre 2015

Numero 1 – 20 settembre 2015

Questo foglietto settimanale vuole essere, nella sua semplicità, un piccolo strumento di comunione nella Comunità parrocchiale. Desideriamo essere “come una famiglia”, nella diversità delle scelte di vita, delle idee, delle età anagrafiche. Si è famiglia vera quando vi è comunicazione e condivisione. Si è famiglia luminosa quando ci si vuole bene, quando circola un amore scambievole. Che ci leghi innanzitutto l’amore scambievole! Così crescerà la Comunità parrocchiale, perché il Vangelo, quando è vissuto da più persone nella sua essenza di amore e misericordia, affascinando rapisce e trascina.
AYLANIN BRACCIO A GESU’

La foto drammatiche del piccolo Aylan, il bimbo siriano di 3 anni che il mare ha consegnato morto annegato a faccia in giù davanti alla spiaggia di Bodrum , in Turchia, sono il simbolo delle infinite tragedie che accompagnano l’esodo verso l’Europa dei profughi dalla morte e dalla fame. All’immagine straziante di Aylan senza vita si contrappone quella tenerissima del Vangelo di oggi (Marco 9,30-37) dove Gesù abbraccia un bambino e ne fa l’emblema dell’atteggiamento che gli adulti dovrebbero assumere verso di loro. Ma Gesù vuole dirci anche qualcosa d’altro …
I bambini al tempo di Gesù erano privi di rilevanza giuridica e sociale, perciò un bambino si prestava essere il simbolo di tutti gli emarginati, dei tanti che “non contano”. In quel bambino Gesù gli abbraccia tutti e invita noi a fare altrettanto. E propone un meraviglioso cambio di prospettiva: il più grande è chi serve! Colui che accoglie nella propria mente e nel proprio cuore quanti stanno un passo, o due o tre, indietro agli altri. Nel mondo nuovo che Gesù instaura l’importanza di una persona non si misura dal suo potere, dal suo denaro, dal suo successo, ma dalla disponibilità verso gli altri, dall’amicizia fraterna e sincera, dall’impegno ad alleviare concretamente le condizioni dei meno fortunati.
Il piccolo Aylan, la sua morte drammatica, ci fa riflette con onestà intellettuale al diritto naturale di ogni creatura umana a vivere una vita dignitosa e non semplicemente a sopravvivere. Lo possiamo dire anche in altro modo: il diritto naturale di ogni persona ad essere felice! E’ una comprensione in più per capire l’esodo biblico di tantissima gente da terre dove si muore per fondamentalismo religioso o per fame. Alla politica il compito gravoso di trovare soluzioni degne. A noi l’obbligo evangelico di desiderare ed operare per la dignità e la felicità di tutti gli uomini e le donne, ovunque siano nati, e soprattutto se sono nati nella parte sbagliata di una Terra che è diseguale solo perché gli esseri umani la rendono tale.

Numero 2 – 27 settembre 2015

IL VERO TESORO DELLA PARROCCHIA

Il vero tesoro di una parrocchia, e di questa nostra Parrocchia di Santo Stefano che si trova a vivere come un nuovo inizio, è costituito, io credo, da Tre Diamanti. Quando tra alcuni anni, se Dio vuole, tutti i lavori saranno portati a conclusione e la vita pastorale scorrerà bene organizzata, il vero tesoro di questa Parrocchia consisterà per sempre in questiTre Diamanti.

Il Primo Diamante è l’amore fraterno e vicendevole fra noi tutti. L’impegno pastorale ed organizzativo che ci attende è molto intenso e si presenta, per me e per tutti noi, avvincente ed entusiasmante: si tratta di “mettere su” la “Casa di Dio”, non solo nel senso di costruzioni da completare per bene ma soprattutto di crescere come comunità parrocchiale composta di persone che desiderano sinceramente creare “sinfonia”, con umiltà, con convinta corresponsabilità, nell’obbedienza al Vangelo, non preoccupati di fare molte cose ma di vivere come Chiesa “una”, in costante dialogo con le attese e le speranze della nostra gente.

Il Secondo Diamante è la formazione, sopratuttobiblica. Siamo ben consapevoli che l’avventura divina che siamo chiamati a vivere, quella del Regno di Dio, non può essere frutto di improvvisazione o vuoto spontaneismo, ma chiama noi tutti ad investire seriamente nella formazione personale e comunitaria. Tutti alla scuola di Gesù Maestro! Tutti abbiamo bisogno di attingere al tesoro della Parola di Dio se vogliamo affrontare le sfide del tempo presente ed essere “cittadini degni del Vangelo”, come scrive San Paolo nella lettera ai Filippesi (1,27).

Il Terzo Diamante è una forte spinta missionaria, per essere Chiesa aperta, estroversa, così da superare alcune logiche di chiusura religiosa e parrocchiale che possono man mano affiorare. Desideriamo, lo desideriamo fortemente, annunciare in questo territorio parrocchiale il Vangelo della gioia, anzi, il Vangelo che è gioia. La Parola di Dio deve circolare! E circolando ci farà capire come essere presenti e vigili accanto a coloro che sono afflitti per i problemi che vivono, per la mancanza di lavoro, per le difficoltà nelle famiglie, per i disagi dei giovani che non intravvedono un futuro, per gli anziani che sperimentano tanta solitudine, per i malati che avvertono la precarietà della vita, per chi ha vissuto lutti laceranti, per chi ha smarrito la speranza. Per chi cerca Dio.

Ecco, miei cari, questo è il Tesoro che ci sta veramente a cuore.

D0n Stefano

Numero 3 4 ottobre 2015

SETTE FRASI DI PAPA FRANCESCO SULLA FAMIGLIA

Il Vangelo di questa domenica parla dell’alleanza nuziale tra l’uomo e la donna. Su tale alleanza poggia la famiglia. Il Sinodo ordinario sulla famiglia inizia oggi 4 ottobre. Papa Francesco ha mostrato sin dall’inizio del suo pontificato un particolare interesse per la famiglia e ne ha parlato numerose volte. Trascriviamo qui di seguito alcune frasi che riassumono il suo pensiero. Proviamo a mettere una X accanto alla frase che più ci piace.

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Numero 4 ,11 ottobre 2015

L’ ORATORIO di LABORATORI

Giuseppe Dossetti, uomo politico di grande rilievo nel difficile dopoguerra, ritiratosi poi dalla vita politica per divenire sacerdote e fondatore di comunità religiose, in un discorso del 1994 dal titolo “Sentinella della notte”, indicava i seguenti quattro sintomi di decadenza di un popolo:

un tasso di natalità troppo basso, tale da prevedere tra un secolo e mezzo l’estinzione del nostro popolo;
lo sganciamento sempre più sistematico del matrimonio dalla fecondità, che porta la dissociazione dell’atto sessuale da ogni regola, come sempre è accaduto nei periodi di decadenza dei popoli e di grave perdita delle culture;
il problema dei giovani, che si trovano spesso a confronto con figure adulte demotivate e poco autorevoli, incapaci di trasmettere ragioni di vita che suscitano amore e dedizione;
la ricerca spasmodica di ricchezza al di là di ogni effettivo bisogno.
Questo scriveva Dossetti e aveva certamente ragione.Il pericolo della decadenza ci spinge comunque ad un impegno concreto per evitarla. Ci spinge verso una speranza costruttiva, soprattutto in riferimento al terzo punto: i giovani e i ragazzi. Un impegno che a mio parere deve fornire risposte ad alcuni interrogativi urgenti: come trasmettere ai giovani la passione per gli ideali, il desiderio di Dio, la bellezza del servire, l’attesa di un amore coniugale impastato di tenerezza- fedeltà-comprensione,la ricerca del bene comune e la politica come forma alta ed esigente di carità?

Al centro di questa speranza resta indubbiamente la famiglia, primo luogo dell’educazione, luogo in cui si colloca la radice più intima e più potente della generazione alla vita, alla fede, all’amore.

E la Parrocchia? Siamo chiamati anche noi in prima linea. Dobbiamo essere capaci, accogliendo una sfida culturale oggi diversa dal passato, di offrire spazi dignitosi di accoglienza e proposte educative attraenti per i nostri ragazzi. Capaci di “scovare” degli adulti disposti a relazionarsi con i più giovani al di là delle differenze di età. Daremo quindi inizio in tempi brevi all’Oratorio giovanile di Santo Stefano pur trovandoci “in tempore famis”, ovvero con tutte le nostre attuali difficoltà. Passo dopo passo, con la buona volontà di alcuni volontari, stiamo cercando al presente di sistemare alcune stanze nella parte “agibile” del Centro parrocchiale, ad uso dei gruppi del catechismo. Tali stanze, unitamente agli spazi esterni, diventeranno il nostro Oratorio parrocchiale.>>>

Desideriamo organizzare un“Oratorio di Laboratori” (ovviamente tutti gratuiti):

RECUPERO SCOLASTICO

(offerto particolarmente ai ragazzi e ragazze

che non possono accedere a recuperi scolastici a pagamento)

CORSO DI TAGLIO-CUCITO-RICAMO

GRUPPO DEL TEATRO

Fin d’ora chi desidera donare del tempo per queste tre attività (ed eventuali altre) … faccia un passo in avanti! Noi ci mettiamo in gioco per realizzare un obiettivo importante in ambito religioso ma anche pedagogico e sociale.

don Stefano

18 ottobre 2015 ~5

Domenica prossima 25 ottobre, alle ore 10:30,

nella Santa Messa festiva della Comunità parrocchiale:

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INIZIAMO INSIEME

l’ANNO di CATECHISMO

Siamo tutti invitati: i ragazzi/e del Catechismo,

i loro Genitori e Catechiste e la Comunità,

nella nostra Chiesa di Santo Stefano

per partire con G.I.O.I.A !

COME DOBBIAMO COMPORTARCI CON NOSTRO FIGLIO

CHE FA FATICA AD ANDARE A MESSA?

Questa è una delle domande che mi sono sentito rivolgere un’infinità di volte da quando sono prete. Cosa rispondere? E’ un punto dolente per la vita cristiana di tante famiglie. Certamente il clima socio-culturale in cui siamo immersi non è il più favorevole a riconoscere l’importanza della dimensione religiosa. Dal versante dei ragazzi si protesta che <> e che <>. La questione è complessa: vorrei suggerire tre risposte, anche se mi rendo conto delle loro relatività.

La fermezza. E’ necessario esercitare il ruolo di educatori e portare il figlio a Messa. Anche se inizialmente non vuole. Può sembrare una cosa antipatica e si potrebbe obiettare che in questo modo i ragazzi finiranno per odiare la partecipazione alla Messa, vista solo come obbligo. In effetti non si tratta di ridurre solo a questo l’azione dei Genitori. Questo però è un passaggio indispensabile. Riflettiamo: se un ragazzo si sente dire che la Messa è importante, ma poi ottiene facilmente il permesso di non partecipare, concluderà che in fondo non si tratta di una cosa di vero valore. I figli sanno che i Genitori non transigono davanti a ciò a cui tengono davvero. Quando mai un Genitore ha detto: <>? I ragazzi verificano ogni giorno che le cose importanti vengono fatte anche quando costano fatica, perché hanno un valore oltre il gradimento personale. Perché allora per la Messa sembra valere solo il principio del piacere?

La testimonianza del Genitori.Questa in realtà è la cosa principale. Si tratta da parte dei genitori di mostrare che “anche per loro” la Messa è veramente importante. Partecipando ogni domenica come coppia e come famiglia. E non basta! Occorre far uscire la Messa dalla Chiesa e portarla a casa: si può ricordareogni tanto nella settimana un pensiero del Vangelo, un passaggio dell’omelia; ci si può richiamare al segno della pace scambiato durante la Messa per ricomporre un litigio in casa (<>); si può fare il segno della croce a tavola ricordando che domenica Gesù ha offerto se stesso attraverso il pane consacrato; si può estendere la benedizione ricevuta domenica a fine Messa benedicendo con una carezza i figli prima di andare a dormire, toccando con tenerezza la loro anima oltre che il loro volto.

L’accoglienza della Comunità parrocchiale. Se per gli adulti partecipare alla Messa significa riconoscersi in una Comunità, in una rete di relazioni “speciali” che è visibile nei volti di quanti sono accanto a noi, anche senza bisogno di parole … per i ragazzi è diverso. Bisogna attrarli. Farli sentire parte di qualcosa di bello. Avete visto con quale costanza ed entusiasmo alcune giovanissime hanno portato avanti il “mercatino” nella piazzetta della nostra Chiesa per quattro domeniche di seguito? Erano coinvolte, erano protagoniste. Un giorno avremo dei gruppi, delle attività organizzate. Al presente puntiamo sull’Oratorio di Laboratori, come descritto nel notiziario di domenica scorsa. Attendo volontari per queste ed altre iniziative per il nostro Oratorio.

don Stefano

23 ottobre 2015 ~6

“TI RACCONTO GESU’ …”

INIZIA il CATECHISMO

Oggi domenica 23 ottobre inizia l’Anno di Catechismo nella nostra Comunità parrocchiale di Santo Stefano. Un affettuoso BENVENUTO !!! ai bambini/e, ai ragazzi/e, ai loro Genitori e alle Catechiste, che iniziano il loro servizio educativo ed ecclesiale con grande entusiasmo e dedizione. GRAZIE!!! Vi accompagniamo con la simpatia e la preghiera!

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La frase, ad effetto, è di Papa Francesco, che così scrive nel prologo ad una nuova versione della Bibbia in lingua tedesca: <>.

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Si avvicina l’Anno Santo della Misericordia. Viviamo questo evento “con la Bibbia in mano”, per comprendere meglio “l’arte della misericordia”, cioè la misericordia come arte di vivere e di amare. Attraverso le Parabole di Gesù, tema dei nostri incontri biblici, approfondiremo i volti della misericordia a partire dal Volto di Dio, che Gesù ci svela attraverso le bellissime Parabole. Vi invito a partecipare ai nostri incontri sulla Bibbia, magari facendo qualche piccolo sacrificio dato che il tempo è sempre scarso. Sul retro trovate il programma…

Don Stefano

1° Novembre 2015 ~7

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Alla fine del Sinodo sulla famiglia …cosa è cambiato? Occorre innanzitutto dire che il Documento finale (Relatio) è esteticamente e spiritualmente bello, tanto da poterlo usare come testo di meditazione: i vescovi hanno scelto i toni spirituali del pastore, più che come maestri hanno parlato come padri, e visto che la finalità del Sinodo non è mai stata quella di riformare la dottrina, ma rivedere la pastorale, il linguaggio pastorale è decisamente il più pertinente. Cominciando dall’inizio: “Il mistero della creazione della vita sulla terra ci riempie di incanto e stupore” (par. 4) e questa è la traccia fondamentale per interpretare tutto il testo: la famiglia è innanzitutto un mistero da accostare pieni di meraviglia e le regole che la Chiesa detta sul matrimonio hanno proprio il fine di preservare questo incanto.

La scelta di “accompagnamento” è allora la novità più interessante proposta dal Sinodo. Quindi la “affettuosa condivisione” (par. 77) diventa lo stile della Chiesa. Per noi sacerdoti occorre continuare ad imparare la difficile “arte dell’accompagnamento”, che ovviamente non significa “fate un po’ come volete”, bensì farsi carico delle difficoltà concrete delle coppie, senza calare dall’alto risposte precostituite, ma piuttosto mostrando come raggiungere concretamente l’ideale evangelico attraverso piccoli passi possibili.

Alla luce del Sinodo e di quanto ci dirà ancora Papa Francesco, la nostra comunità parrocchiale deve “attrezzarsi” per offrire alle famiglie una proposta di “spiritualità coniugale”, che non è una faccenda riservata a pochi eletti: la famiglia e la vita coniugale richiedono infatti una forte spiritualità. Porredomande importanti per se stessi, per il coniuge, per i figli; chiedere motivazioni spirituali profonde; desiderare il confronto con altre coppie e con il sacerdote su temi cruciali … deve essere possibile in questa nostra Parrocchia.
Vorremmo creare quindi delle “occasioni” dove i coniugi, anche conviventi e persone separate o divorziate, possano rafforzare la loro fede nel Signore risorto e nell’azione dello Spirito Santo nel cuore di ogni persona e di ogni coppia.

Don Stefano

Il nuovo Crocifisso di Santo Stefano

Opera di Valentina Valente, da lei donata alla nostra Chiesa.

Il Crocifisso viene benedetto il 1° Novembre nella Santa Messa delle ore 10:30.

Un Grazie di cuore a Valentina!

E Grazie di cuore al nostro “Gruppo di operai volontari”

(fabbro, falegnami, pittori, elettricisti, giardinieri,addette alla pulizia e al decoro della nostra Chiesa, trasportatori ericercatori di materiale. Vuoi venire anche tu?)

8 Novembre 2015 ~8

6 MODIPER INSEGNARE A VOSTRO FIGLIO A PREGARE

Indipendentemente dal fatto che siate genitori, nonni o fratello e sorella, introdurre il vostro bambino/a ad una vita di preghiera è senza dubbio un grande dono che potete fargli, perché gli state insegnando a comunicare con il suo Creatore. Ecco qualche suggerimento…..

CREATE UNA ROUTINE SEMPLICE E CERCATE DI MANTENERLA
Noi tutti tendiamo a rimandare sempre le cose che non sono immediatamente divertenti, e lo stesso vale per la preghiera. Per questo è davvero importante stabilire il tempo di preghiera di vostro figlio in un preciso momento della giornata. Spesso è ottimo il momento prima di andare a letto, ogni sera.Ecco un semplice suggerimento: chiedete al vostro bambino di pregare per tre cose: qualcosa per cui è grato, qualcosa per cui è dispiaciuto e qualcosa che vorrebbe che Gesù benedicesse. Poi terminate con un Padre Nostro, un’Ave Maria e un Gloria.Se cresce con una routine, diventerà poi una cosa normale.

DATE UNO SPAZIO ALLA PREGHIERA NELLA GIORNATA E… DATE L’ESEMPIO
La routine è importante, ma ricordate di aiutare vostro figlio a capire che possiamo pregare ovunque, in qualsiasi momento, in modo naturale. Ad esempio fate un semplice ringraziamento prima dei pasti. Abbiate anche il coraggio di pregare in pubblico!

FATEGLI SAPERE CHE LA MISERICORDIA DI DIO È DOLCE!
Portatevostro figlio a confessarsi regolarmente (una volta al mese sarebbe fantastico … e confessatevi anche voi), poi portatelo a prendere un dolce o un gelato, perché la misericordia di Dio è dolce e dovrebbe essere festeggiata!

INSEGNATEGLI IL ROSARIO
Il Rosario è la preghiera più semplice ma anche più potente, ed è perfetta per i bambini. Insegnerà loro molte cose su Maria e permetterà di ripercorrere insieme la vita di Gesù. Comprate loro un Rosario come “dono speciale” da non lasciare più.

AIUTATE VOSTRO FIGLIO A PREGARE PER I SUOI NEMICI
Tutti possiamo avere difficoltà con questo invito evangelico, ma quando lo rispettiamo ci dona molta serenità. Aiutate vostro figlio a capire perché è importante pregare per i suoi nemici o per chi lo fa soffrire.

CANTATE!
Questo suggerimento è bello e semplice. Cantate con vostro figlio! Non vi preoccupate se pensate di non saper cantare. A Dio non importa se stonate! I bambini amano la musica e ci sono moltissime possibilità. Potreste cantare insieme con loro canzoni di lode e adorazione per esempio in macchina o la sera in casa.

15 Novembre 2015 ~9

UNA ROSA BIANCA PER PARIGI

“Horreur” è la parola che domina a caratteri cubitali sulleprime pagine dei giornali francesi dopoi sette attentati di venerdì sera a Parigi, il cui bilancio è stato di oltre 120 morti e più di 200 feriti. E’ stato un attacco alla pace di tutta l’umanità.

Una rosa biancaè posta accanto al nostro altare ed è un invito sia alla preghiera per le vittime e i loro familiari e per l’intero popolo francese, come anchea non abbandonare mai un atteggiamento mentale di rifiuto e contrasto di ogni forma di intolleranza e di fanatismo.

2 PAROLE CHE POSSONO SALVARE IL TUO MATRIMONIO

Ho trovato interessante questo articolo e ve lo presento. Si rivolge agli uomini, ai mariti. Riecheggia alcune omelie di Papa Francesco.

Gli uomini odiano chiedere indicazioni: la famiglia è in vacanza e si è irrimediabilmente persa in un luogo non familiare. Papà è convinto di saper trovare la strada. La moglie suggerisce di fermarsi a chiedere indicazioni a una persona del luogo, ma il marito ribatte che è perfettamente in grado di orientarsi e che non ha bisogno di alcun aiuto. Quale uomo vuole ammettere di aver preso l’uscita sbagliata? Quale uomo vuole ammettere che sua moglie aveva ragione quando gli ha detto di girare a destra anziché a sinistra? Quale uomo vuole ammettere che non sapeva cosa stava facendo? Sicuramente non io!

EGO IMPERFETTO E TROPPO GRANDE

Sì, ammettere che ci siamo sbagliati è una delle cose più difficili per noi uomini. La ragione è semplice: entriamo tutti in questo mondo con un ego imperfetto e troppo grande. Senza un trattamento adeguato, questo ego si manifesta in tutte le varietà di sintomi gravi: rabbia, impazienza, scortesia, irritabilità, ostinazione, risentimento, mancanza di rispetto, invidia… E indovinate una cosa: tutti questi peccati possono mettere a dura prova il nostro matrimonio.
L’orgoglio è il nemico di relazioni sane. È il peccato di base dietro una serie di altri peccati seri, che feriscono quanti ci sono più vicini, soprattutto le nostre mogli. Il vostro matrimonio è una lotta? Ha probabilmente qualcosa a che vedere con l’orgoglio. Credetemi, l’orgoglio incontrollato può distruggere un matrimonio più velocemente di qualsiasi altra cosa. È una malattia che rovina i legami di amore sacrificale e generoso su cui si dovrebbe fondare ogni matrimonio.
Ma non preoccupatevi: il Grande Medico ha una prescrizione per la malattia mortale dell’orgoglio, nella fattispecie due paroline veramente potenti: “Mi dispiace”.

CHIEDI SCUSA

È davvero tanto semplice. Sei stato uno stupido? Hai mandato tutto a rotoli? Chiedi scusa, con convinzione! A dire la verità, poche cose sono tanto difficili da fare per noi uomini. Chiedere scusa fa male: ridimensiona quell’ego di cui parlavo. Ci fa sentire piccoli. È un bel po’ umiliante, ma bisogna superare le resistenze. Se non imparate ad ammettere i vostri errori e a scusarvene, il vostro matrimonio ne soffrirà. Il risentimento si farà strada, monterà la rabbia e le ferite si allargheranno. Prima che ve ne rendiate conto, i più piccoli disaccordi diventeranno cibo per lotte all’ultimo sangue. Non importa quanto possiamo progredire in santità, non possiamo mai aspettarci di non peccare. Feriremo le nostre mogli con le nostre parole e le nostre azioni. Ci arrabbieremo e diremo cose di cui ci pentiremo. Ci comporteremo da stupidi. È inevitabile. La domanda è un’altra: quando accade, cosa possiamo fare? Ho imparato presto nel mio matrimonio il potere di chiedere scusa. Ho perso il conto delle volte in cui sono stato egoista e insensibile nei confronti di mia moglie, ma non appena mi rendo conto di aver commesso un peccato nei suoi confronti mi sforzo di scusarmi e di risistemare le cose il prima possibile. La cosa bella è che mia moglie si affretta sempre a perdonarmi, e spesso si scusa per i suoi peccati se è lei ad essere in torto. Fa male scusarsi? Sì, ogni volta, ma ha mantenuto il nostro matrimonio sano e felice. I rapporti sani da questa parte del cielo non riguardano il fatto di non peccare mai. Riguardano piuttosto il fatto di imparare a pentirsi e di perdonare settanta volte sette.

Siamo in una scuola d’amore, e il nostro Signore vuole insegnarci ad amare come fa lui, sulla via della croce. Uomini, se volete un matrimonio felice imparate a chiedere scusa di cuore. Fatelo tutte le volte che ce n’è bisogno (saranno migliaia). Vi stupirete dei risultati.

Sam Guzman

22 Novembre 2015 ~10

NON IN MIO NOME!

E’ il grido di molti musulmani in questi giorni, dopo l’orrenda carneficina di Parigi. E molti di noi si chiedono: esiste un Islam moderato? Si, esiste, ed interessa la stragrande maggioranza dei musulmani. Citiamo solo alcuni esempi: in Iraq, ovvero a “casa loro”, gruppi musulmanihanno manifestatoin favore dei cristiani perseguitati con cartelli con scritto: «Anch’io sono un cristiano iracheno», ricevendo il ringraziamento di mons. Sako, Patriarca cattolico di Baghdad. A Mosul, monsignor EmilShimoun Nona ha raccontato:«I vicini, appartenenti a famiglie musulmane, sono scesi in strada a difesa del luogo di culto cristiano. Alla fine sono riusciti a cacciare gli assalitori. In città tante persone rimaste, anche musulmani, stanno cercando di difendere per quanto possibile case e luoghi di culto cristiani».Sono proprio le comunità islamiche moderate che possono (e devono) avere un ruolo fondamentale contro il terrorismo islamico. Perché prima ancora della Polizia sono soprattutto loro, al loro interno, nelle loro moschee, che possono far passare l’idea di un Islam illuminato e far rigettare l’idea dell’Islam violento, motivato dalla errata interpretazione dei versetti del Corano. E’ come andare a scuola: se a scuola ti insegnano ad essere cattivo, tu cresci cattivo…

Cosa pensa la Chiesa dell’Islam? Il documentopiù importante è quello del Concilio Vaticano II: “Nostra Aetate” il quale afferma che la Chiesa cattolica «nulla rigetta di quanto è vero e santo»nelle religioni non cristiane.In particolare per quanto riguarda l’Islam, la«Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l’unico Dio[…].Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà».

E’ proprio nei periodi non facili, come quello che stiamo vivendo, che dobbiamo ribadire l’importanza del dialogo fra le religioni. Contribuire anche nella nostra città a far sì che la società multiculturale diventi interculturale, composta da culture aperte le une verso le altre e in profondo e rispettoso dialogo tra di esse. Ma il dialogo non nasconde le radici su cui si è innestati. Impressiona non poco il clima soffocante ed oppressivo, diffuso in tutta l’Europa, di laicismo esasperato che addirittura osteggia i simboli religiosi cristiani (pare che fare il presepe in luoghi pubblici o nelle scuole sia considerato da alcuni quasi un reato) e accetta invece ogni deviazione culturale e morale. Noi cristiani, visti dall’altra parte, dai musulmani, veniamo giudicati come persone dedite principalmente al profitto, agli affari, interessati alla scienza e alla tecnica, ma lontani da Dio e poco rispettosi della nostra religione.

Don Stefano

Messaggio di PADRE ADOLFO dal BANGLADESH

Carissimo don Stefano ringrazio te e la tua Comunita’ del gesto di solidarieta’ che offrite alla mia Chiesa che è in Bangladesh. La somma di €. 670 raccolta sabato 14 novembre attraverso la Festa di San Martino è infatti destinata per l’aiuto allo studio dei 300 ragazzi/e studenti del boarding (collegio) di Dhanjuri.

Sono tempi difficili per tutti con la speranza che la misericordia possa superare l’odio e le ferite che esso provoca.

Mi dispiace non poter gustare la castagnata, salsicce e broccoletti per problemi di dieta imposta dalla mia …..veneranda eta’!

Ti sono grato se mi fai avere tue notizie e del nuovo impegno pastorale. Salutami le Suore della Misericordia dell’Atratina e tutti i tuoi parrocchiani.

Uniti in Cristo nella preghiera e nella vita ti abbraccio caramente.

Pace, gioia e bene dal tuo P. Adolfo. (18/11/2015)

29 Novembre 2015 ~11

IL TEMPO DI AVVENTO

Il Tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta di Gesù tra di noi. Contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, veniamo guidati all’attesa della seconda venuta di Gesù, alla fine dei tempi.

Siamo invitati in questo Tempo a contemplare il grande amore con cui la Vergine Maria attese il Figlio Gesù e ad assumerla come modello, per prepararci ad andare incontro al Signore che viene.

NASCE LA CARITAS PARROCCHIALE

Scrive Papa Francesco: <>(Lettera per l’Indulgenza nel Giubileo Straordinario della Misericordia).

L’Anno Santo della Misericordia, il cui inizio è ormai imminente, diventa per la nostra Comunità parrocchiale occasione preziosa per far sorgere la CARITAS PARROCCHIALE. Un gruppo di persone che si impegnano a sensibilizzare la Comunità sui vasti ed urgenti temi della solidarietà e che portino avanti delle iniziative di carità concreta. Tra queste iniziative una sarà certamente quella del “Recupero scolastico”,gratuito, offerto nel pomeriggio presso il nascente Oratorio di Santo Stefano ai ragazzi /e che ne hanno necessità. Per questa importante iniziativa abbiamo bisogno di insegnanti, anche già in pensione.

Il primo incontro di coloro che desiderano far sorgere la Caritas parrocchiale (compresi gli/le insegnanti disponibili per il Recupero scolastico) è fissato per MERCOLEDI’ 2 DICEMBRE ALLE ORE 18:30 presso il Centro parrocchiale.

SOVVENIRE: PUNTIAMO A 100!

Il Gruppo Sovvenire, ovvero l’insieme delle persone che sono disposte a donare una quota mensile, liberamente scelta, per proseguire i lavori nella nostra Chiesa e nel Centro parrocchiale, ha raggiunto quota 75. Ora puntiamo a 1oo. Si raccoglie in questi giorni la quota del mese di Novembre.

6 Dicembre 2015 ~12

SECONDA DOMENICA di AVVENTO

La Parola di Dio venne su Giovanni, nel deserto. Ma la Parola di Dio viene ancora, è sempre in volo in cerca di uomini e donne dove porre il suo nido, in cerca di gente semplice e vera. Nessuno di noi è così lontano o così peccatore, nessuno di noi conta così poco da non poter diventare testimone vivente della Parola d’amore di Dio.

La voce di Giovanni Battista dipinge un paesaggio difficile: le montagne invalicabili sono i muri che tagliano in due paesi, palazzi, famiglie, persone; i burroni scoscesi sono le trincee per isolarsi nella paura. E’ la nostra geografia interiore: una mappa di ferite mai guarite.

Il profeta però vede oltre, vede strade che corrono dritte per un viaggio mai finito dell’uomo verso l’uomo, dell’uomo verso il suo cuore, e soprattutto di Dio verso l’uomo. L’esito è certo, perché il profeta assicura: <>.


BUON COMPLEANNO, MIA CARA COMUNITA’!

Era una mattina piovosa quell’8 Dicembre del 1983 e Don Cosimino Fronzuto, di santa memoria, celebrò la prima Messa nel parcheggio sottostante il Palazzo Ciani, in Via Eucalipti 9. Così ebbe inizio la Comunità parrocchiale di Santo Stefano Protomartire, che vide diversi sacerdoti condividere con la gente una “missio” molto impegnativa: far crescere la Chiesa in questo vasto territorio per servire le persone e per annunciare la gioia del Vangelo.Ricordiamo in particolare il caro don Gianni che ricevette la nomina contestualmente di Parroco di San Giacomo e della nascente parrocchia di Santo Stefano proprio nel giorno dell’Immacolata dell’anno 1988, e per vari anni tanto si spese per questa Comunità.

Dopo tre mesi dal mio arrivo, voglio dirvi che mi sono “innamorato” di voi, del vostro entusiasmo e della vostra fede! Voglio condividere con voi il sogno di una Chiesa dove tu vai a Messa la domenica e senti un’aria di famiglia; dove tutti si conoscono perché tutti condividono la passione per portare le persone all’incontro con Gesù e all’amicizia fraterna fra di loro, e quelli che sono nuovi, qui per la prima volta, vengono accolti con un bel sorriso e comprendono subito che questa può essere la loro casa. Questo sogno lo vedo già in atto! Abbiamo poche cose e tante difficoltà pratiche ma abbiamo soprattutto tanta unità e tanta gioia. Teniamole ben strette! Auguri, mia cara Comunità! Don Stefano