In Comunione n° 30 del 17 aprile 2016

Notiziario della Comunità parrocchiale di Santo Stefano Primo Martire – Gaeta                            

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LA SFIDA MORALE DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco ha lanciato una sfida morale all’Europa circa il dramma dei migranti. Qual è esattamente il suo pensiero? Quale valore assume la visita da lui compiuta al campo profughi di Lesbo, in Grecia? I suoi interventi, anche duri, presentano una strategia per arginare il dramma della migrazione? Possiamo condensare in 5 punti il pensiero di Papa Francesco, prendendo spunto dai suoi discorsi.

1) UMANIZZARE IL DRAMMA DEI MIGRANTI

Come spiega il diplomatico Pasquale Ferrara in “Il mondo di Francesco. Bergoglio e la politica internazionale” (San Paolo edizioni), Papa Francesco affronta la questione «da un punto di vista forse più profondo rispetto all’approccio politico, pur essenziale e direi indispensabile per trattare fenomeni di tale portata. Nemmeno è possibile rappresentare la questione dei migranti e dei rifugiati nella concezione di Francesco in termini solamente etici».

La lettura di Francesco delle reazioni nazionali e internazionali al fenomeno migratorio è fortemente critica, senza però voler essere antagonista, prospettando interventi strutturali al di là della retorica dell’emergenza. Chiede all’Europa, per esempio, un sussulto di coscienza, ma anche di consapevolezza politica: «Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!» (Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo, 25 novembre 2014).

2) LA SACRALITA’ DELL’UOMO

I paesi del Vecchio Continente, anziché tentare «soluzioni particolaristiche», dovrebbero porre al centro della loro azione «la dignità umana degli immigrati»: «E’ l’ora costruire insieme l’Europa che ruota non intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili. È giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su se stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda e difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità!» (Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo, 25 novembre 2014).

L’Europa non si può smarrire proprio nel momento in cui è chiamata a reagire tenendo conto del suo «grande patrimonio culturale e religioso», trovando «il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti» (Discorso al corpo diplomatico, 11 gennaio 2016).

3) IL VALORE “CULTURALE” DELL’ACCOGLIENZA

L’estremismo e il fondamentalismoche si abbattono su migranti trovano un terreno fertile, come ricorda Papa Francesco sempre nel Discorso al corpo diplomatico, «nel vuoto di ideali e nella perdita d’identità – anche religiosa – che drammaticamente connota il cosiddetto Occidente. Da tale vuoto nasce la paura che spinge a vedere l’altro come un pericolo e un nemico, a chiudersi in sé stessi, arroccandosi su posizioni preconcette».

Il fenomeno migratorio pone, dunque, «un serio interrogativo culturale, al quale non ci si può esimere dal rispondere. L’accoglienza può essere dunque un’occasione propizia per una nuova comprensione e apertura di orizzonte, sia per chi è accolto, il quale ha il dovere di rispettare i valori, le tradizioni e le leggi della comunità che lo ospita, sia per quest’ultima, chiamata a valorizzare quanto ogni immigrato può offrire a vantaggio di tutta la comunità».

 4) LA “LOGICA DEI MURI”

Un altro punto su cui batte Papa Francesco sono i “muri”. Per il Papa il muro è il respingimento. Una logica che non è in grado di offrire risposte durature e sostenibili: «Sapete come finiscono i muri, tutti. Tutti i muri crollano: oggi, domani o dopo cent’anni. Il muro non è una soluzione» (Conferenza stampa durante il volo di ritorno dagli Stati Uniti d’America, 28 settembre 2015).

«È violenza», dice Papa Francesco senza mezzi termini, «anche alzare muri e barriere per bloccare chi cerca un luogo di pace. È violenza respingere indietro chi fugge da condizioni disumane nella speranza di un futuro migliore». (Messaggio per il 28° meeting internazionale per la pace, Comunità di Sant’Egidio, Tirana, 6 settembre 2015).«Quando arrivano in un porto o su una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua o un po’ da mangiare e li cacciano via sul mare. Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere» (Incontro con il Movimento Eucaristico Giovanile, 7 agosto 2015).

5) IL “TRAFFICO DI PERSONE”

Le legislazioni poco lungimiranti, ha denunciato infine Francesco, contribuiscono spesso ad aggravare la condizione dei migranti i quali, «laddove è impossibile una migrazione regolare […] sono spesso costretti a scegliere di rivolgersi a chi pratica la tratta o il contrabbando di esseri umani, pur essendo in gran parte coscienti del pericolo di perdere durante il viaggio i beni, la dignità e perfino la vita» (Discorso al corpo diplomatico, 11 gennaio 2016).

In questa prospettiva, si è schierato in maniera forte per «fermare il traffico di persone, che mercifica gli esseri umani, specialmente i più deboli e indifesi».


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